lunedì 16 gennaio 2012

Francis Picabia erotico eroe meccanomorfo.

 
Mentre i territori europei venivano bersagliati dalle vicende della Grande Guerra, i primi ideatori e fondatori del movimento Dada si riunivano, entro il 1916, nel clima neutrale della città di Zurigo, animati dalla profonda volontà di contestare i valori artistici e sociali del loro tempo nonché dall’intenzione di dare un ordine casuale al caos del mondo, proclamando una netta uscita dagli stretti vincoli che regolarono fino ad allora la pittura, la scultura e la poesia, mettendo in atto una convinta e fondamentale negazione nei confronti del mondo e dei suoi contenuti.


Picabia - "Trés rare tableau sur la terre" 1515 - Guggenheim, Venezia.


Un anno prima, nel 1915, ancora con il primo conflitto mondiale già in corso, Francis Picabia abbandonava la ricerca della forma astratta e del colore per adottare un nuovo idioma meccanicistico che avrebbe usato fino al 1923 circa.
In linea con la logica Dada del gesto estetico fine a se stesso, giocoso e libero dalle regole, non ancora ufficialmente emersa fino al 1916, egli appariva attratto dalle forme della macchina per i loro valori visivi e non in quanto emblema di una nuova era, come fu per altri artisti a lui vicini e contemporanei.

Se la fama di Picabia è legata al Dadaismo prima ed al Surrealismo dopo, ai suoi compagni di strada e di scandali come Duchamp, Apollinaire, Tzara, Breton e Man Ray, egli rimane nella storia un personaggio sfuggente e imprendibile, ostinato rivale delle etichette e delle categorie radicate persino nelle stesse avanguardie di cui fece parte.

Nella tavola “Pittura rarissima sulla terra” (Trés rare tableau sur la terre), realizzata nel 1915 con olio e vernice metallizzata su tavola e foglia d’oro e d’argento su legno, vediamo frontalmente una macchina quasi simmetrica, scontornata con chiarezza su un fondo piatto che può essere interpretata come l’evocazione di un atto sessuale in termini meccanici.
Una seconda interpretazione rimanda alla rappresentazione del processo alchemico in ragione degli strati d’oro e d’argento che ricoprono i due cilindri superiori.

Identificabile tra le primissime opere meccanomorfe di Picabia, questa “Pittura rarissima sulla terra” è anche il suo primo collage, in cui i cilindretti di legno in rilievo e la cornice dipinta, che ne è parte integrante, richiamano l’attenzione sull’opera in quanto puro e vero oggetto, rendendola rarissima se considerata come pittura.

Se il meccanismo concettuale di questa tavola già di per se può essere affascinante, appare ancora più emblematico se confrontato con le spericolate e scandalose sperimentazioni dadaiste che sarebbero fiorite in tutta la loro potenza concettuale poco più tardi, ad esempio sotto forma dei Ready mades di Duchamp.



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