martedì 6 settembre 2011

Mark Kostabi. The progress of beauty.


Mark Kostaby - "The progress of beauty".
The “Progress of beauty” è un quadro del 2006 dell’eclettico Mark Kostabi, che rilegge in chiave contemporanea la “Donna con brocca d’acqua” dipinta nel 1664 dal pittore olandese Jan Vermeer, conservata al Metropolitan Museum of Art di New York.
Non è difficile rintracciare, nei quadri di Kostabi, eloquenti omaggi o citazioni dai maestri indiscussi della Storia dell’arte.

Il valore di Vermeer nel percorso dell’arte è alto. Le notizie biografiche, come la quantità delle opere oggi conosciute, sono laconiche, tuttavia è considerato un maestro nel genere delle atmosfere d’interni olandesi, un tema tra i più affascinanti nella pittura europea del Seicento, che egli sa rendere con personale originalità per le pose assorte, meditative e silenziose dei personaggi ritratti.

Vermeer ponderava con estrema attenzione la composizione del quadro per ottenere, seguendo la naturale disposizione delle cose, combinazioni di grande equilibrio. Non ultima, la luce, principio essenziale, ha sempre una provenienza dichiarata ed una propria consistenza, è sostanza che investe gli oggetti rendendoli veri.


Jan Veermer - "Donna con brocca d'acqua".
Nella maestria tecnica della pittura e nel naturalismo tattile degli oggetti di Vermeer, rientra tutta la tradizione della pittura fiamminga e olandese a partire dal XV secolo, tanto da credere che in lui la ricerca naturalistica raggiunga i limiti massimi della pittura.

Nella sua rielaborazione, Kostabi rispetta le coordinate di luce e composizione già fissate nell’originale ma interpreta i contenuti mantenendosi coerente con il suo assetto stilistico.

Le atmosfere quotidiane di Veermer, catturate in una dimesione contemplativa, ed i suoi soggetti assorti, quasi sottratti al flusso del tempo, appaiono intimamente legate alla poetica di Kostabi, nella misura in cui egli ritrae i suoi personaggi senza volto sospesi nel loro solitario isolamento.

Il prezioso reticolo laterale della finestra da cui la luce pervade l’interno, diventa in Kostabi il traliccio neoplastico di un’altro formidabile pittore olandese: Piet Mondrian.
Nato nel 1872, circa dieci anni prima di Picasso, Braque e Boccioni, Mondrian era immerso, agli inizi, nella pratica dei temi del paesaggismo agreste olandese, in bilico tra la già declinante avanguardia simbolista (Art nouveauJugendstil) e quella ascendente FauveEspressionista. Mostrava però, sin dal primo momento, un suo tratto distintivo: allontanandosi da ogni profondità spaziale, si adattava ad un processo sintetico-astrattivo in cui precorrevano già le orizzontali delle strisce di terra e le verticali degli alberi.


Pet Mondrian  - "Albero grigio" - 1912.

Il cruccio costante di Mondrian per tutta la sua carriera consiste nell’intento illusorio di surrogare, se non proprio eliminare, il numero irrazionale della linea curva che esprime le pulsioni dell’inconscio e la tragicità della natura, "l’irriducibilità dell’organico all’inorganico" (Renato Barilli).

Con una delle più singolari ed avvincenti progressioni di tutta la Storia dell’arte, Mondrian confeziona la sua razionale concezione della realtà riprodotta sulla tela.
Una esemplare sperimentazione le cui fasi si accostano, in diversi momenti, alle coeve tendenze ed avanguardie, come il Cubismo, per proseguire poi verso la definizione del Neoplasticismo.


Piet Mondrian - "Composizione in rosso grande, giallo, nero, grigio e blu" - 1921

A partire dal 1920 comincia a comparire, nelle opere di Mondrian, il prototipo della griglia di linee perpendicolari con le campiture à-plat dei colori primari, poi elaborato con sintetico rigore dall’artista per il resto della sua esistenza.

Accostando due artisti e due momenti diversi della Storia dell’arte, Kostabi realizza una sintesi contemporanea di progressione della bellezza.


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