Zhang Xiaogang è uno tra i pittori più in voga per l’arte contemporanea cinese. Fu un
esponente di spicco del movimento “Realismo
cinico” ed è noto per i suoi ritratti moderni in monocromia, con evidenti
punti di contatto con la Pop art.
La
sua ascesa nell’olimpo dell’arte cinese e internazionale, avendo più volte
battuto i record d’asta in pochi anni, è legata al cosiddetto “Gruppo dei
quattro” già accennato su questo blog in merito ad “Execution” di Yue Minjun, altrettanto eminente collega di Zhang.
Un
suo “Ritratto di giovane ragazza”, proposto
in asta a Pechino nel corso della sessione autunnale di Tranthy International
Auction, si è rivelato essere un falso, dichiarato tale dallo stesso Zahg Xiaogang
che non ha risparmiato critiche verso l’accaduto.
La
vicenda si è generata da una richiesta di autenticazione della tela inviata a
Zhang da un micro-blogger. Un falso, palese a prima vista e veramente malfatto,
è stata la replica dell’artista via Web, che continuava chiedendosi con che
coraggio avessero potuto metterlo in asta.
In
risposta Tranthy International Auction ritirava immediatamente il pezzo
identificato come falso, scusandosi con Xiaogang per lo spiacevole impiccio.
Le
circostanze però si complicavano quando una fonte anonima rivelava che il
dipinto in precedenza era già passato al vaglio in un’asta pechinese di Yinqianshan
International Auction House e venduto per 1,8 milioni di Yuan (circa 278 mila Dollari), poi riproposto in vendita dallo stesso acquirente presso Tranthy.
Questa rifiutò di rivelarne l’identità, limitandosi a dichiarare che in futuro sarebbe
stata più cauta nei rapporti con quel cliente.
Yinqianshan a
sua volta pagava lo scotto e ribatteva ammettendo che il ritratto era stato realmente
battuto all’asta il 2 giugno ma essendosi il vincitore rifiutato di pagare, il
dipinto venne restituito al cliente che lo aveva presentato.
Tutta
la vicenda è un groviglio inestricabile e le dichiarazioni delle due
case d’asta, per niente disposte a rivelare le identità dei propri clienti,
sono del tutto discordanti tra loro, senza fornire alcuna spiegazione pertinente
sull’origine del falso e della sua immissione sul mercato delle aste pechinesi.
Zhang Xiaogang |
Le
leggi cinesi permettono alle case d’asta di integrare i loro contratti con
apposite clausole, in modo da rendersi del tutto immuni da qualsiasi
responsabilità in caso di vendita di oggetti falsificati. Così facendo non sono tenute a fornire nessuna garanzia sulla qualità,
l’autenticità o qualunque altro difetto del bene in asta.
Chen Danqing, altro artista e scrittore cinese, afferma di aver scoperto almeno un
paio dozzine di suoi dipinti falsi venduti nelle aste di Pechino, senza poter
far niente per arginare il fenomeno.
Un
gruppo di studenti d’arte ha smascherato come falso un dipinto attribuito a Xu Beihong, venduto lo scorso anno per 72,8 milioni di Yuan (circa 11 milioni di Dollari), dichiarando che sarebbe stato dipinto da uno di loro.
La
vivacità e l’animosità che nell’ultimo decennio hanno caratterizzato il mercato di
opere d’arte in Cina è forse da ritenere complice del fenomeno dilagante delle
falsificazioni, insieme all’atteggiamento lascivo degli esperti di settore e
delle case d’asta cinesi.
VIA: CHINADAILY
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