lunedì 17 ottobre 2011

Due paesaggi formidabili di René Magritte.

Tra gli elementi ricorrenti nella pittura surrealista veritiera di Magritte, figurano spesso i sonagli ed i paesaggi di cielo costellati da vaporose nubi cumuliformi. Entrambi vengono continuamente riproposti dal pittore e rielaborati ogni volta in differenti contesti inusitati nei suoi dipinti.
Egli assimilò gli stimoli metafisici della pittura di Giorgio de Chirico cercando di spogliare gli oggetti dalle loro funzioni consuete, per suggerire allo spettatore immagini che superano la razionalità.

René Magritte "La voix des airs" 1931

In “La voce dell’aria” il particolare dei sonagli è messo in primissimo piano e si libra sospeso nell’aria. Stravolti nelle proporzioni e posizionati sullo scorcio sorprendente di un paesaggio che potrebbe uscire direttamente da un dipinto del primo Rinascimento, i sonagli dell’aria sono resi ancor più intensi dalla fredda precisione accademica con cui tutta la tela è stata dipinta.

Il cielo vaporoso riprodotto nel più maturo “L’impero della Luce” non presenta altri elementi fantastici se non la semplice e paradossale combinazione simultanea del giorno e della notte, nella fondamentale violazione di una delle più comuni regole della realtà.
Il dipinto rappresenta una porzione di strada in cui si intravede un edificio immerso nell’oscurità notturna, resa ancora più impenetrabile dal contrasto con il luminoso cielo soprastante.
I lumi del lampione e delle finestre che irradiano con naturalezza l’atmosfera notturna circostante, definiscono l’intera gamma dei contrasti luministici trattati nel dipinto, naturali o surreali che siano, ancora una volta riprodotti con la precisione impersonale dei notturni nella secolare tradizione della pittura naturalistica.

René Magritte "L'empire des lumieres" 1953 / 1954

Di entrambe le tele qui proposte esistono numerose versioni conservate in importanti collezioni d’arte, come quella del museo Peggy Guggenheim di Venezia.


Nessun commento:

Posta un commento