Nella
sintesi delle “parole in libertà” teorizzata da Filippo Tommaso Marinetti era
insita la volontà specifica di riorganizzare i mezzi di comunicazione, allo
scopo fornire loro nuovi strumenti per stare al passo con l’accelerazione della
vita quotidiana nella civiltà industrializzata.
Filippo Tommaso Marinetti - Zang Tumb Tumb - 1914. |
Oltre
alla pubblicazione teorica dei manifesti per la letteratura futurista, usciva nel 1914 la prima messa in pratica delle sue teorie con il libro “Zang Tumb Tumb”
ispirato all’assedio di Adrianopoli (1912), di cui Marinetti fu testimone oculare.
Attraverso
un processo di distruzione della sintassi, deformazione delle parole,
abolizione del soggetto, degli avverbi, degli aggettivi e della punteggiatura, il
futurista voleva riprodurre in letteratura il rumore degli oggetti, il loro
odore e il loro peso, introducendo una nuova poetica basata anche sul “brutto”
e su una rigorosa oggettività del testo, scardinandolo dalla superata
soggettività dell’io romantico ottocentesco.
Il
linguaggio subisce un totale sconvolgimento e la comunicazione viene affidata a
scritti che si possono guardare e non più leggere, nella esplicita volontà di
esprimere la vocazione onomatopeica delle cose.
Se
la rivista “Lacerba”, fondata a Firenze nel 1913 da Giovanni Papini, Ardengo
Soffici e Aldo Palazzeschi, divenne in seguito l’emblema del movimento
letterario futurista per la pubblicazione sistematica delle tavole
“parolibere”, con il fondamentale apporto di Giovanni Cavullo e Giacomo Balla,
anche a Parigi Apollinaire e Cocteau ebbero contatti con la la rivoluzione
letteraria del futurismo, mentre lo scrittore russo Vladimir Majakovskij nel 1913
si dichiarava apertamente futurista, adottando tutti quegli elementi di
distruzione dell’io e della sintassi lungamente declamati in Italia da
Marinetti.
Majakovskij
fu il primo scrittore a diffondere in Russia il futurismo, dove avrebbe acquisito
caratteristiche proprie e posizioni nettamente pacifiste, antitetiche
all’ideologia guerresca del movimento italiano.
La
collaborazione alle “parole in libertà” nata tra Balla e Cavullo vide nascere
un continuo inserimento di elementi disegnativi nelle tavole testuali. Sconfinando
liberamente dalla letteratura alla pittura, i testi diventavano vere e proprie
figurazioni pittoriche.
Fortunato Depero - Libromacchina bullonato - 1927 |
Nel
1927 Fortunato Depero creava il “Libromacchina bullonato” a sostegno della
libertà espressiva e della vocazione onomatopeica della letteratura futurista.
Fin
dalla sua forma esteriore aderente all’estetica del movimento, questo libro od
oggetto meccanico, è capace di evocare i rumorosi contenuti destinati a dimorare nelle sue
pagine interne.
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