Tra
gli elementi ricorrenti nella pittura surrealista veritiera di Magritte,
figurano spesso i sonagli ed i paesaggi di cielo costellati da vaporose nubi
cumuliformi. Entrambi vengono continuamente riproposti dal pittore e
rielaborati ogni volta in differenti contesti inusitati nei suoi dipinti.
Egli
assimilò gli stimoli metafisici della pittura di Giorgio de Chirico cercando di
spogliare gli oggetti dalle loro funzioni consuete, per suggerire allo
spettatore immagini che superano la razionalità.
René Magritte "La voix des airs" 1931 |
In
“La voce dell’aria” il particolare
dei sonagli è messo in primissimo piano e si libra sospeso nell’aria. Stravolti
nelle proporzioni e posizionati sullo scorcio sorprendente di un paesaggio che
potrebbe uscire direttamente da un dipinto del primo Rinascimento, i sonagli
dell’aria sono resi ancor più intensi dalla fredda precisione accademica con cui
tutta la tela è stata dipinta.
Il
cielo vaporoso riprodotto nel più maturo “L’impero
della Luce” non presenta altri elementi fantastici se non la semplice e
paradossale combinazione simultanea del giorno e della notte, nella
fondamentale violazione di una delle più comuni regole della realtà.
Il
dipinto rappresenta una porzione di strada in cui si intravede un edificio
immerso nell’oscurità notturna, resa ancora più impenetrabile dal contrasto con
il luminoso cielo soprastante.
I
lumi del lampione e delle finestre che irradiano con naturalezza l’atmosfera
notturna circostante, definiscono l’intera gamma dei contrasti luministici
trattati nel dipinto, naturali o surreali che siano, ancora una volta riprodotti con la precisione impersonale
dei notturni nella secolare tradizione della pittura naturalistica.
René Magritte "L'empire des lumieres" 1953 / 1954 |
Di
entrambe le tele qui proposte esistono numerose versioni conservate in
importanti collezioni d’arte, come quella del museo Peggy Guggenheim di Venezia.
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