Clet. Vietato. La personale di Pistoia. |
Su
questo blog abbiamo già avuto il piacere di parlare dei segnali stradali di Clet Abraham e più in generale della sua attività artistica, esercitata
prevalentemente a Firenze.
Roma,
Bologna, Torino, Milano, Arezzo e Pistoia, oltre a Londra, Valecia ed altre
città bretoni, sono i luoghi più semplici da ricordare, in Italia ed
all’estero, in cui Clet Abraham ha manifestato il proprio passaggio con le sue
modifiche ai cartelli della segnaletica stradale.
Il
suo modo di operare è stato definito e circoscritto, con qualche riserva, nel
contesto dell’Arte urbana. Inserito in una condizione di incertezza etica e
morale, esposto al sottile confine tra schietto vandalismo e formale
espressione artistica.
Se
a Firenze fu rimossa senza appello la statua dell’Uomo comune dallo sperone di
Ponte alle Grazie, a Pistoia il capo dei vigili urbani etichettò Abraham come
imbrattatore: la polizia municipale pistoiese fotografò e rimosse ogni adesivo
di Clet dai segnali stradali, presentando all’artista il conto da pagare. Ma
proprio da Firenze e da Pistoia sono partiti i segnali della sua rivalsa
artistica.
A
Pistoia nello stupito controsenso di una personale organizzata nell’ambito del
Pistoia Underground Festival (PUF), poliedrica manifestazione istituita con il
sostegno del comune, ovvero della stessa amministrazione che pochi mesi prima
aveva salatamente multato l’"imbrattatore" francese.
A
Firenze con il recupero della statua rimossa da Ponte alle Grazie, per diretto
interessamento del comune di Signa che ha voluto destinarla alla cornice
naturalistica del Parco dei Renai.
Prima
di Clet Abraham, sembra che l’amministrazione pistoiese avesse già espulso
dalla città un altro giovane artista italiano di grido internazionale nel
contesto dell’Arte urbana. Si tratta di Blu, conosciuto nell’ambiente come
genio della Street art.
Molto
ben accolto nella calda atmosfera della saletta da tè dello Spazio in via dell’Ospizio,
a Pistoia, Clet espone dal 24 settembre al 21 ottobre 2011 una essenziale
rassegna dei segnali stradali modificati, nella quale figurano alcuni tra i cartelli
più gettonati dalla vastissima platea dei suoi ammiratori. C’è l’omino
stilizzato del divieto d’accesso, l’uomo vitruviano, il crocefisso della strada
senza uscita, angioletti e diavoletti ed altri ancora. E idealmente tutte le
sue modifiche, bandite dalle vie di Pistoia, nelle quali ci possiamo ancora
imbattere se percorriamo le strade della vicina Firenze, o di altre città in
cui egli è andato.
Non
è certo stata per l’artista bretone-fiorentino una vera e propria rivincita nei
confronti del comune di Pistoia, almeno non nel merito della sanzione pecuniaria,
circa tremila euro, e non fino al momento in cui verrà pronunciata la sentenza
sul ricorso alla multa. Certo è che l’esposizione nell’ambito del PUF gli ha
almeno reso onore sul piano del valore artistico, riconoscendo alle sue
rivisitazioni della segnaletica stradale, una qualità superiore rispetto alla precedente
definizione di ordinaria imbrattatura.
Se
operare nel modo di Clet Abraham vuol dire stare in limine alla legalità, a
Pistoia, unica città al mondo ad averlo multato così pesantemente, si è cercato di rattoppare uno
strappo forse troppo estremo, nel clima verosimile di una situazione,
tipicamente pistoiese, nata nell’ottusità e nel controsenso. Sarà
perché ultimamente ogni pretesto sembra buono per far cassa.
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