sabato 15 ottobre 2011

Clet. Vietato. La personale di Pistoia con i cartelli modificati.


Clet. Vietato. La personale di Pistoia.

Su questo blog abbiamo già avuto il piacere di parlare dei segnali stradali di Clet Abraham e più in generale della sua attività artistica, esercitata prevalentemente a Firenze.
Roma, Bologna, Torino, Milano, Arezzo e Pistoia, oltre a Londra, Valecia ed altre città bretoni, sono i luoghi più semplici da ricordare, in Italia ed all’estero, in cui Clet Abraham ha manifestato il proprio passaggio con le sue modifiche ai cartelli della segnaletica stradale.

Il suo modo di operare è stato definito e circoscritto, con qualche riserva, nel contesto dell’Arte urbana. Inserito in una condizione di incertezza etica e morale, esposto al sottile confine tra schietto vandalismo e formale espressione artistica.
Se a Firenze fu rimossa senza appello la statua dell’Uomo comune dallo sperone di Ponte alle Grazie, a Pistoia il capo dei vigili urbani etichettò Abraham come imbrattatore: la polizia municipale pistoiese fotografò e rimosse ogni adesivo di Clet dai segnali stradali, presentando all’artista il conto da pagare. Ma proprio da Firenze e da Pistoia sono partiti i segnali della sua rivalsa artistica.
A Pistoia nello stupito controsenso di una personale organizzata nell’ambito del Pistoia Underground Festival (PUF), poliedrica manifestazione istituita con il sostegno del comune, ovvero della stessa amministrazione che pochi mesi prima aveva salatamente multato l’"imbrattatore" francese.
A Firenze con il recupero della statua rimossa da Ponte alle Grazie, per diretto interessamento del comune di Signa che ha voluto destinarla alla cornice naturalistica del Parco dei Renai.




Prima di Clet Abraham, sembra che l’amministrazione pistoiese avesse già espulso dalla città un altro giovane artista italiano di grido internazionale nel contesto dell’Arte urbana. Si tratta di Blu, conosciuto nell’ambiente come genio della Street art.



Molto ben accolto nella calda atmosfera della saletta da tè dello Spazio in via dell’Ospizio, a Pistoia, Clet espone dal 24 settembre al 21 ottobre 2011 una essenziale rassegna dei segnali stradali modificati, nella quale figurano alcuni tra i cartelli più gettonati dalla vastissima platea dei suoi ammiratori. C’è l’omino stilizzato del divieto d’accesso, l’uomo vitruviano, il crocefisso della strada senza uscita, angioletti e diavoletti ed altri ancora. E idealmente tutte le sue modifiche, bandite dalle vie di Pistoia, nelle quali ci possiamo ancora imbattere se percorriamo le strade della vicina Firenze, o di altre città in cui egli è andato.





Non è certo stata per l’artista bretone-fiorentino una vera e propria rivincita nei confronti del comune di Pistoia, almeno non nel merito della sanzione pecuniaria, circa tremila euro, e non fino al momento in cui verrà pronunciata la sentenza sul ricorso alla multa. Certo è che l’esposizione nell’ambito del PUF gli ha almeno reso onore sul piano del valore artistico, riconoscendo alle sue rivisitazioni della segnaletica stradale, una qualità superiore rispetto alla precedente definizione di ordinaria imbrattatura.


Se operare nel modo di Clet Abraham vuol dire stare in limine alla legalità, a Pistoia, unica città al mondo ad averlo multato così pesantemente, si è cercato di rattoppare uno strappo forse troppo estremo, nel clima verosimile di una situazione, tipicamente pistoiese, nata nell’ottusità e nel controsenso. Sarà perché ultimamente ogni pretesto sembra buono per far cassa.
 

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